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Il ruolo del caffè nella patologia oncologica

Il ruolo del caffè nella patologia oncologica

Il messaggio alla popolazione generale è che nelle persone sane, bere fino a 3-4 tazzine di caffè al giorno non solo non fa male, ma potrebbe addirittura prevenire alcune malattie, tra cui …

il tumore del colon, fegato ed endometrio. In dosi più elevate o nelle persone malate o durante la gravidanza potrebbe avere effetti negativi e le dosi potrebbero dover essere ridotte.
Diversi studi epidemiologici hanno mostrato che il consumo di caffè non è associato alla mortalità totale, ma è stato ipotizzato addirittura un ruolo protettivo per alcune malattie. Per quanto riguarda i tumori, nel 1991 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (International Agency for Research on Cancer, IARC) in una sua monografia aveva mostrato che il consumo regolare di caffè non aumentava il rischio di tumore. Qualche dubbio restava per il tumore del pancreas, dell’ovaio e della vescica, ma il caffè sembrava essere protettivo sul tumore del colon-retto. Studi successivi alla monografia hanno mostrato che in realtà il tumore del pancreas e quello dell’ovaio non sembrano associati al consumo di caffè, mentre per il tumore della vescica rimangono alcuni dubbi sulla possibilità di un’associazione positiva moderata.

Tumore del colon-retto
Gli studi pubblicati dopo la monografia della IARC hanno confermato la possibilità che il caffè sia protettivo sul rischio di tumore del colon.  Una meta-analisi che comprende 5 studi di coorte e 12 studi caso-controllo, pubblicata nel 1998 e che include 931 casi da studi di coorte e 5.261 da studi caso-controllo, mostra complessivamente un’associazione inversa tra consumo di caffè e rischio di tumore del colon-retto. Tuttavia, i risultati mostrano che mentre non vi è associazione per gli studi di coorte, vi è una chiara associazione inversa per gli studi caso-controllo, omogenea tra studi con diversi disegni sperimentali e condotti su popolazioni diverse. La differenza tra i risultati degli studi di coorte e caso-controllo non permette di trarre delle conclusioni definitive.
Una meta-analisi di 12 studi di coorte, basata su 5.400 casi di tumore del colon-retto e pubblicata nel 2009, mostra ancora assenza di relazione tra consumo di caffè e tumore del colon-retto negli studi di coorte, ma con una tendenza a una relazione inversa soprattutto nelle donne. Tuttavia gli studi caso-controllo più recenti continuano a evidenziare un ruolo protettivo del caffè.
Se si conducono analisi separate per il tumore del colon e del retto, in generale per il tumore del colon gli studi di coorte non trovano nessuna relazione e, tra gli studi caso-controllo, alcuni non mostrano relazione, altri una relazione inversa. Riguardo al rischio di tumore del retto la quasi totalità degli studi non mostra alcuna relazione. Pertanto, la maggior parte dei risultati epidemiologici suggerisce una relazione inversa tra consumo di caffè e rischio di tumore del colon, ma l’inconsistenza tra i risultati degli studi di coorte e quelli caso-controllo lascia aperto il quesito. Non sembra esserci associazione tra caffè e rischio di tumore del retto.

Tumore del fegato
Quattro studi di coorte e 6 studi caso-controllo suggeriscono una relazione inversa tra consumo di caffè e rischio di tumore del fegato. Due meta-analisi che includono tutti i lavori pubblicati tra il 1966 e il 2007 per un totale di 2.260 casi di tumore del fegato (709 da studi di coorte e 1.551 da studi caso-controllo), hanno mostrato la presenza di un’associazione inversa per un aumento di consumo di una tazza di caffè al giorno.
Inoltre, il caffè riduce il rischio di insorgenza di cirrosi epatica (un importante fattore di rischio per il tumore del fegato) in modo dose-dipendente, particolarmente nella cirrosi alcolica. Poco si sa sulla relazione con la durata dell’esposizione. L’effetto protettivo del caffè sul fegato trova un riscontro negli studi sulla relazione tra caffè ed elevati livelli di enzimi epatici nel sangue (transaminasi e gamma-GT), indicatori di danno epatocellulare.
Considerati gli effetti del caffè sugli enzimi epatici e sulla cirrosi e il peso dell’evidenza epidemiologica sul tumore del fegato, il caffè sembra esercitare un effetto reale, ancorché moderato, sulla riduzione del rischio di tumore del fegato.

Tumore dell’endometrio
Alcuni studi hanno osservato una relazione inversa tra consumo di caffè e rischio di tumore dell’endometrio (epitelio dell’utero). Una recente meta-analisi, che comprende 2 studi di coorte (per un totale di 201 casi) e 7 studi caso-controllo (per un totale di 2.409 casi) ha mostrato una significativa riduzione del rischio di tumore dell’endometrio nei bevitori di caffè confrontati con i non bevitori. L’assenza di informazione sui fattori temporali, soprattutto sulla relazione con la durata non permette tuttavia di stabilire in modo definitivo la causalità della relazione osservata.

Altre neoplasie
Per le altre neoplasie, gli studi sono abbastanza concordi nel mostrare assenza di relazione, anche se per alcune di esse gli studi sono insufficienti. In particolare sembra che non vi sia associazione del consumo del caffè con i tumori del cavo orale, faringe, esofago, stomaco, laringe, polmone, melanoma, mammella, cervice, prostata, rene e tiroide; anzi, per alcuni di questi tumori alcuni studi suggeriscono moderate relazioni inverse. I dati non sono sufficienti per valutare la relazione tra consumo di caffè e rischio di tumore della colecisti e dei dotti biliari e per il sarcoma, la malattia di Hodgkin, il linfoma non-Hodgkin, il mieloma e le leucemie.

Caffè decaffeinato
I dati sul caffè decaffeinato sono insufficienti, in quanto il decaffeinato è consumato da poche persone e a basse dosi. Tuttavia, in generale sono rassicuranti e suggeriscono un’assenza di relazione con le neoplasie

Meccanismi biologici
Il caffè contiene centinaia di sostanze chimiche che variano a seconda del luogo di crescita della pianta, della lavorazione delle bacche e della tostatura dei semi. La composizione del caffè si modifica durante la torrefazione, pertanto è facile immaginare quanto possa essere varia la composizione dei vari tipi di miscele di caffè in commercio. In tutte le miscele, comunque, le principali classi di composti contenuti nel caffè sono i minerali, i lipidi, le cere, gli amminoacidi, i carboidrati, i precursori delle vitamine, gli antiossidanti, gli acidi grassi terpenici e degli alcaloidi blandamente stimolanti come la caffeina, che rappresenta solo il 2% del caffè. In particolare, l’azione anti-cancerogena del caffè potrebbe dipendere da alcuni antiossidanti. Infatti il caffè è ricco di una serie di antiossidanti, tra cui dei composti fenolici, (acidi cloro genici che producono acido caffeico, ferulico e para-cumarico), diterpeni (cafestolo e cafeolo) e melanoidine. Bisogna poi ricordare che ingerire un caffè non apporta calorie.

Conclusioni
Anni fa si pensava che il caffè facesse male un po’ a tutto e spesso veniva messo sullo stesso piano dell’alcol e del fumo quanto a dannosità per la salute. Tuttavia, con i passare degli anni il caffè è stato rivalutato. Il messaggio alla popolazione generale è che nelle persone sane, bere fino a 3-4 tazzine di caffè al giorno non solo non fa male, ma potrebbe addirittura prevenire alcune malattie, tra cui il tumore del colon, fegato ed endometrio. In dosi più elevate o nelle persone malate o durante la gravidanza potrebbe avere effetti negativi e le dosi potrebbero dover essere ridotte.

Alessandra Tavani, Dr. Sci. Biol.
Dipartimento di Epidemiologia
tavani@marionegri.it

Sitografia:

www.marionegri.it

 

anzianiincasa*  24 gennaio 2017

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