Le benzodiazepine, usate per indurre il sonno e calmare l’ansia, sono tra i farmaci in assoluto più utilizzati in Italia. Prescriverli come prima scelta agli anziani che hanno problemi di insonnia è una abitudine diffusa, quanto spesso inappropriata. Non bisognerebbe farlo, senza avere prima valutato altri metodi per migliorare la qualità e la durata del sonno. In ogni caso, bisognerebbe raccomandarne l’uso con interruzioni, per periodi non superiori alle quattro settimane, e non continuare la terapia senza rivalutare periodicamente l’indicazione e l’eventuale comparsa di effetti indesiderati. Lo stesso vale per altri farmaci usati contro l’insonnia, come zolpidem, zaleplon e zopiclone (detti “farmaci Z”).
Meglio non esagerare
- Le benzodiazepine tendono a perdere efficacia col tempo: chi li assume può assuefarsi, cosa che spinge ad aumentare il dosaggio e a diventare così maggiormente dipendenti. Per contro, quando si smette all’improvviso di prenderle, si incorre nella cosiddetta “sindrome da sospensione”, cioè un effetto rimbalzo che può portare a un’insonnia di ritorno.
- Presentano numerosi effetti collaterali, possibili anche alle dosi consigliate: sonnolenza durante il giorno, che compromette l’attenzione e la concentrazione; ansia, irritabilità e allucinazioni. Possono causare reazioni allergiche e sonnambulismo.
- Numerosi studi dimostrano un aumentato rischio di cadute e di frattura del femore nei pazienti anziani che assumono benzodiazepine e farmaci Z.
- Possono presentarsi fenomeni di accumulo, con possibili difficoltà di movimento e cognitive (confusione, perdita di memoria, riduzione dell’attenzione), favoriti anche dal diverso comportamento del farmaco nell’organismo dell’anziano, per le normali alterazioni nel funzionamento degli organi legate all’età.
- Gli Z farmaci, benché lanciati come alternativa più sicura alle benzodiazepine, presentano sostanzialmente gli stessi effetti indesiderati (ma costano di più).
I consigli di Altroconsumo
- L’insonnia va combattuta modificando lo stile di vita: per esempio, evita di addormentarti davanti alla televisione subito dopo cena, per poi risvegliarti a notte fonda e non riuscire più a riprendere il sonno.
- Se soffri di insonnia, è consigliabile evitare il riposo pomeridiano.
- Svolgere una certa attività fisica durante il giorno porta a una qualità del sonno migliore: meglio invece evitare l’attività fisica intensa subito prima di andare a letto.
- Una cena leggera, che contenga alimenti a base di triptofano (latte, pesce, legumi, noci) può aiutare a favorire il sonno.
- Instaurare semplici riti serali (una tisana calda, qualche pagina di lettura) può aiutare.
- Mantenere una vita sociale attiva può aiutare a combattere l’insonnia.
Sitografia
altroconsumo.it
anzianiincasa* 09 agosto 2017
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