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Prevenire rischio caduta

Gli interventi e le strategie efficaci per prevenire il rischio di caduta

La pubblicazione delle linee guida prevenzione cadute elaborata dall’Istituto superiore di sanità, sulla base della linea guida del National institute for health and clinical excellence (Nice), ha messo a punto alcune raccomandazioni per medici e operatori sanitari sulle strategie preventive e di intervento psicosociale.

E’ il medico che deve procedere ad una valutazione multidimensionale del paziente, comprensiva della valutazione di tutti i rischi possibili (i motivi e l’intensità della paura dopo una caduta, la capacità del paziente di stare eretto, di girarsi, di sedere e di camminare agevolmente, di mantenere l’equilibrio etc.) e degli interventi utili a prevenire gli incidenti.

Tra questi, la linea guida, sulla base della revisione degli studi scientifici disponibili in letteratura, raccomanda:

  • esercizi fisici individualizzati mirati a migliorare la forza, la deambulazione, l’equilibrio, gli spostamenti e la salita delle scale. E’ scientificamente provato che l’attività fisica contribuisce a prevenire le cadute. Non è necessario essere degli atleti, basta camminare, fare le scale, ballare, andare in bici. Almeno 2-3 volte, o mezz’ora tutti i giorni
  • interventi di sicurezza nelle infrastrutture e nell’arredo delle abitazioni E’ sicuramente efficace eseguire visite domiciliari per una valutazione degli aspetti strutturali e impiantistici associata a interventi informativo-educativi e alla fornitura di dispositivi come spie antincendio, strisce antiscivolo, maniglioni. Un aiuto può senz’altro venire dalla domotica, ovvero dall’applicazione delle tecnologie informatiche  per l’automazione degli ambienti domestici. Si riduce in tal modo la possibilità che si verifichino situazioni critiche, potenzialmente dannose, dovute a distrazioni ed errori di utilizzo (per es. mediante rilevatori di perdite d’acqua o di gas che procedano automaticamente alla chiusura delle valvole del gas)
  • revisione di eventuali terapie psicotrope (benzodiazepine, ipnotici, antidepressivi, tranquillanti).

 

Informazione e counselling

L’informazione previene o riduce le cadute: alcuni studi fanno riferimento a interventi cognitivo-comportamentali su anziani residenti presso il proprio domicilio e dei quali non si conosce lo stato di rischio. Questi interventi si articolano nel counselling e in un’adeguata educazione individuale finalizzata a ridurre la paura di cadere, a informare su come comportarsi in caso di caduta e ad accrescere l’autostima del paziente

 

  • I fattori demografici

Per quanto riguarda le caratteristiche sociali e demografiche le donne sono più a rischio, ma gli uomini hanno una maggiore probabilità di cadere, nelle case di riposo (20): ciò può essere spiegato dal fatto che gli uomini, quando sono istituzionalizzati, tendono a essere più spesso malati o disabili. Un altro fattore demografico associato è l’età stessa, poiché, negli anziani, il rischio di cadere aumenta linearmente con l’età. Questo fattore è importante in termini di salute pubblica, perché gli ottuagenari costituiscono uno dei gruppi a più rapida crescita in molte parti del mondo

  • I farmaci possono aumentare il rischio di caduta dell’anziano

C’è una associazione tra cadute e farmaci psicotropi (OR=1,7). Inoltre, il consumo giornaliero di quattro o più farmaci è associato alle cadute, probabilmente perché implica un maggior rischio di uso improprio di farmaci, reazioni avverse e interazioni farmacologiche. Le reazioni avverse sono particolarmente comuni negli anziani e la loro prevalenza, stimata intorno al 5% quando si assume un solo farmaco, sale a quasi il 100% quando se ne assumono dieci o più

Tuttavia bisogna essere cauti nell’affermare che la polifarmacoterapia causa cadute negli anziani, in quanto essa è anche un indicatore di cattivo stato di salute. In ogni caso, il rapporto tra farmaci e cadute sottolinea l’importanza dell’assistenza sanitaria nella prevenzione delle cadute: l’uso razionale dei farmaci, attraverso controlli periodici e il controllo delle dosi, può favorire la sicurezza del paziente

Criteri di farmacoterapia nell’anziano

 

  • I problemi della deambulazione e dell’equilibrio

Alcuni disturbi clinici e funzionali come: debolezza muscolare, disturbi della deambulazione e dell’equilibrio, e l’incapacità di svolgere attività della vita quotidiana sono fortemente associati alle cadute. In alcuni casi queste variabili sono state identificate insieme alle altre covariate strettamente correlate, come: artrosi, diabete e malattie neurologiche

  • Gli anziani non fisicamente attivi

I soggetti che sono fisicamente attivi conservano l’equilibrio, la forza muscolare, la coordinazione e i riflessi grazie alla attività fisica

  • Le condizioni mentali

È stato trovato un maggior rischio di cadute nelle persone con deterioramento cognitivo. Tuttavia, la forza di questa associazione potrebbe essere sottostimata, in quanto diversi studi hanno escluso soggetti con grave compromissione cognitiva o incapaci di comprendere ordini semplici

 

  • Storia di cadute e paura di cadere

L’indicatore di rischio più comune è la presenza di una storia di cadute. Un indicatore che, pur non fornendo informazioni sull’eziologia sottostante, suggerisce che – se i danni fisici e pericoli ambientali che hanno causato la caduta precedente non vengono indagati e corretti – è probabile che l’anziano cadrà nuovamente per la stessa causa. Pertanto, i protocolli per gli interventi di prevenzione delle cadute considerano la storia di cadute come una caratteristica chiave per avviare un intervento preventivo.

 

scarica le linee guida

C_17_pubblicazioni_975_allegato – linee guida prevenzione cadute

 

Sitografia:

http://www.salute.gov.it      Ministero della Salute

http://www.epicentro.iss.it/default.asp    Il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica

a cura del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità

 

 

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