Concetti fondamentali
Come un bambino non può essere considerato un “adulto piccolo” e i genitori consultano sempre il loro pediatra in caso di necessità, così, anche l’anziano non deve essere considerato un “adulto grande”. L’anziano è completamente differente dalla persona in età adulta ed è bene che i familiari ne acquisiscano la coscienza.
Se, dopo una diagnosi ed un programma terapeutico concettualmente giusti, durante l’assunzione farmacologica emergono problemi di varie entità, accade proprio perchè l’anziano non è considerato un adulto vecchio ma semplicemente un adulto normale.
E i problemi possono essere lievi, pesanti, gravi e, sia pur raramente, fatali
Si verificano per cinque ragioni
Prima ragione
In questa fascia di età, la disponibilità di prova, di efficacia e di tollerabilità del farmaco è limitata e sproporzionata al consumo.
Tanti farmaci che si utilizzano per gli anziani, in realtà non sono mai stati testati su di essi ed è per questo che si hanno degli effetti a volte devastanti. Industria e universitari testano sempre sulla classe giovanile e, in media, la fascia d’età considerata è tra i 20 e i 60 anni. I test fatti sugli anziani sono esigui. Infatti “Ne deriva che l’utilizzo dei farmaci nel paziente anziano rimane grandemente empirico, anedottico, nel migliore dei casi basato su estrapolazione di evidenze ottenute in pazienti giovani” (cit)
Anche per le patologie prevalenti, di fatto, per gli anziani, non sono mai stati arruolati in proporzione notevole ma sempre in funzione minima
Nel caso della patologia neoplastica è stimato che circa il 60% di tutti i tumori sia a carico degli anziani ma che, in realtà, i prodotti siano stati testati al massimo sul 30% di essi
Seconda ragione
Variazioni
Terza ragione
Variazioni della sensibilità farmacologica (tecnicamente recettoriale )
Per esempio i recettori dell’adrenalina e della serotonina hanno nell’ anziano una sensibilità aumentata o diminuita rispetto a quella del giovane e dunque gli effetti saranno molto diversi cioè inefficaci o quasi tossici
Quarta ragione
Politerapia
Nell’ anziano molto spesso ci sono due o più malattie e perciò una politerapia con 2-3-4-5-6 farmaci che provoca effetti collaterali proporzionali al numero dei farmaci ed alle conseguenti interazioni
Quinta ragione
Con il lodevole intento di dare all’anziano farmaci meno pesanti si danno farmaci in libera vendita o integratori che “male non fanno”. Invece possono far male e tanto : basti pensare a prodotti per il raffreddore che possono scatenare aritmie o crisi ipertensive oppure agli antidepressivi “naturali” come l’erba di S. Giovanni causa di numerose interazioni anche pericolose
CONCLUSIONI
L’anziano deve essere curato con grande competenza e grandissima attenzione, ma senza paura. Chiudo pertanto con una raccomandazione e una tabella:
Raccomandazioni generali per la farmacoterapia in età avanzata
Farmaci frequentemente responsabili di reazioni avverse
Vedi anche:
Consigli/Suggerimenti@ Dr. Sergio Marzari – Medicina Generale – Specialista in Pediatria
email: sergiomarzari33@gmail.com